Despre cancer/cancro, sapere è...potere!.../cancro le cure proibite

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icon13  view post Posted on 29/3/2011, 21:42

HOINAR de-al CASEI
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In patologia, un tumore (dal latino tumor, «rigonfiamento») o neoplasia (dal greco néos, «nuovo», e plásis, «formazione») è, nella definizione dell'oncologo R.A. Willis, «una massa abnormale di tessuto che cresce in eccesso e in modo scoordinato rispetto ai tessuti normali, e persiste in questo stato dopo la cessazione degli stimoli che hanno indotto il processo», definizione accettata a livello internazionale.

La crescita incontrollata e scoordinata, a scapito dell'omeostasi tissutale, di un gruppo di cellule è determinata da alterazioni del loro proprio patrimonio genetico, ed è alla base di una vasta classe di malattie, classificate per diverse caratteristiche, ma principalmente in tre modi:

secondo il tipo istologico originario delle cellule proliferanti, principalmente in tumori epiteliali, mesenchimali, delle cellule del sangue o del tessuto nervoso;
secondo l'aggressività e il decorso clinico previsto, in tumori benigni (non cancerosi) e tumori maligni (cancerosi, o cancro);
secondo la stadiazione tumorale, o Classificazione TNM, per quanto riguarda i tumori maligni.

I tumori maligni degli epitelî, detti carcinomi, sono la categoria più frequente di cancro. La classe neoplasie[3], da definizione ICD-10, costituisce una delle principali cause di morte nei Paesi sviluppati. In Italia, per esempio, nel 2007[4] sono morte 572.881 persone: 224.311 per cause riconducibili al sistema cardiovascolare, e 171.625 a causa di tumori (in massima parte maligni); in quest'ultimo gruppo, le patologie più diffuse sono stati i tumori maligni del sistema respiratorio (soprattutto carcinoma del polmone; 34.610 morti), il carcinoma del colon-retto (18.349), della mammella (12.050), dello stomaco (10.522), oltre ai tumori maligni (generalmente non epiteliali) del sistema immunitario (13.880 morti).

vedi : Nomenclatura dei principali tumori

Con il termine carcinoma si identifica in medicina un tumore maligno[1] di origine epiteliale.[2] Cioè una neoplasia (formazione patologica di nuove cellule)[3] maligna (che tende ad infiltrare i tessuti circostanti e a dare origine a metastasi)[2] che dal punto di vista istologico risulta derivare da un qualunque tessuto epiteliale, sia esso tessuto di rivestimento (mucose, pelle) o ghiandolare.[2] [4]

Qualora interessi gli epiteli ghiandolari si parla di adenocarcinoma.[5]

Il carcinoma è un tipo istologico di tumore (una neoplasia epiteliale maligna); è dunque errato usare tale termine, come spesso accade, quale sinonimo di cancro.

I tumori, nonostante il meccanismo generale di origine sia unico, possono manifestare una gamma molto vasta di evoluzioni e sintomatologie. In tutti però è costante un aumento del numero di cellule cancerose, dovuto alla maggiore velocità di riproduzione cellulare, per cui un maggior numero di cellule tumorali si moltiplica ed un minor numero di esse muore, mentre quelle che sopravvivono continuano a moltiplicarsi. Di solito la crescita di un tumore segue una legge geometrica: è molto lenta all'inizio, ma accelera all'aumentare della massa del tumore. La dimensione critica di un tumore è di circa 1 centimetro cubico: raggiunta tale dimensione il tumore inizia a crescere molto velocemente e a dare luogo ai primi sintomi, e diventa rilevabile con visite mediche e analisi (marker tumorali presenti nel sangue); spesso però i sintomi iniziali vengono ignorati o sottovalutati.
La neoplasia può avere origine benigna o maligna a seconda delle caratteristiche delle cellule neoplastiche. In particolare si chiama cancro quando ha caratteristiche infiltranti (cioè si infiltra negli organi adiacenti), aspetto morfologico molto dissimile dalla cellula di base e presenta la caratteristica di recidivare molto spesso dopo resezione chirurgica. Si definisce invece tumore quando ha caratteristiche non infiltranti ma espansive (provoca quindi dolore da compressione), aspetto morfologico non molto dissimile dalla cellula di base e presenta un basso tasso di recidiva dopo asportazione chirurgica.
Il termine tumore, che letteralmente significa tumefazione, è stato coniato sulla base dell'aspetto macroscopico della maggior parte dei tumori che si presentano molto frequentemente, ma non sempre, con una massa rilevante sul sito anatomico di origine. Il termine neoplasia, che letteralmente significa nuova formazione, è sinonimo del precedente ma prende in considerazione, più che l'aspetto esteriore della massa, il contenuto cellulare della stessa che è costituito da cellule di "nuova formazione".

Infine il termine cancro (granchio) è stato coniato sulla base dell'osservazione che le cellule neoplastiche nel corso della loro moltiplicazione formano propaggini che avvinghiano le cellule normali vicine e le distruggono, così come il crostaceo fa con le sue chele nei riguardi della preda.
La branca della medicina che si occupa di studiare i tumori sotto l'aspetto eziopatogenetico, diagnostico e terapeutico è definita oncologia.
Terapie:
Le tecniche utilizzate sono:
la chirurgia
• la radioterapia

• Si tratta di una pratica medica decisamente consolidata e di comprovata efficacia, ma che ha controindicazioni nei potenziali pericoli dovuti all'impiego delle stesse radiazioni ionizzanti, nei possibili danni da radiazioni e nella probabilità che le stesse inducano l'insorgenza di secondi tumori.
• la chemioterapia
• non esistono chemioterapici in grado di agire in modo esclusivo sulla massa tumorale, e di non presentare effetti collaterali su altri tessuti dell'organismo.
L'isomero cis-platino non è in grado di distinguere le cellule cancerose dalle sane e colpisce indiscriminatamente tutte le cellule che incontra. Ha quindi un effetto tossico non insignificante. Inoltre, un paziente soggetto alla chemioterapia rischia di assuefarsi al farmaco, cosicché, dopo un certo periodo di somministrazione, questo non abbia più effetto, può poi causare depressione, continui attacchi di nausea e vomito, nonché perdita dell'udito.
L'efficacia del cisplatino e di altri trattamenti chemioterapici risulta amplificata[1] anche dall'associazione con trattamenti[2] di ipertermia oncologica.
Nell'aprile del 2007 un gruppo di ricercatori della Southwestern University di Dallas ha pubblicato uno studio secondo il quale disattivando 87 geni umani l'efficacia della chemioterapia aumentava in misura notevole. Se la ricerca dovesse dimostrarsi vera anche in vivo si potrebbero ridurre in maniera sostanziale gli effetti indesiderati della chemioterapia mantenendo nel contempo l'effetto curativo[3].ciazione con trattamenti[2] di ipertermia oncologica.

l'ormonoterapia
• La terapia ormonale è una delle più utilizzate modalità di trattamento medico dei tumori. Gli ormoni vengono utilizzati in particolare per le neoplasie agli organi più sensibili ad essi, come il seno nella donna e la prostata nell'uomo, soprattutto in seguito all'intervento chirurgico per eliminare eventuali cellule rimaste ed evitare la formazione di metastasi.
• Attualmente la terapia si basa principalmente su derivati del testosterone e antiormoni, soprattutto di antiestrogeni nel caso della donna. La terapia ormonale è usata anche per trattare neoplasie all'endometrio (utero), leucemie e linfomi.
la immunoterapia
• l'ipertermia

• L' ipertermia oncologica, detta anche ipertermia capacitiva, è impiegata con profitto nella cura dei tumori e consiste nel riscaldare[1] in profondità uno o più organi malati.
L'operazione si compie con una macchina in grado di emettere onde radio di adeguata potenza a frequenze che garantiscono una penetrazione efficace nel corpo umano (circa 13,5 MHz). Le onde radio, per effetto di Foucault, producono un riscaldamento dei tessuti attraversati dalla radiofrequenza.
Le cellule tumorali, meno attrezzate a causa delle loro aberrazioni a smaltire il calore in eccesso, raggiungono durante il trattamento temperature tra i 42 °C ed i 43 °C. Questo le porta all'apoptosi.

altre tecniche (termodistruzione con radiofrequenze; alcoolizzazione; crioterapia; embolizzazione e chemioembolizzazione), in genere appannaggio della radiologia interventistica.
La criochirurgia è un tipo di chirurgia fondato sull'impiego di temperature estremamente basse per distruggere tessuti anormali o malati. Crio deriva dal greco antico k'yos e significa freddo o ghiaccio. [1]
Solitamente s'impiega azoto liquido alla temperatura di -196 °C. In dermatologia la criochirurgia è oggi largamente impiegata per numerosi motivi: non richiede solitamente anestesia, non determina solitamente la comparsa di cicatrici e non richiede medicazioni difficoltose né lunghi periodi di recupero dopo i trattamenti. La patologia che più spesso viene trattata con criochirurgia è rappresentata dalle verruche, ma l'impiego di questa pratica può essere esteso a molte altre patologie dermatologiche.
L'embolizzazione è una procedura non-chirurgica, minimamente invasiva, di radiologia interventistica. Consiste nell'occlusione selettiva di vasi sanguigni grazie all'introduzione di emboli.
Si utilizza principalemnte per occludere una arteria a monte di una emorragia o per eliminare l'apporto di sangue verso una zona tumorale, creando una necrosi nella neoplasia.
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Hm...si mai sunt si "bufale" ??