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L'acido acetilsalicilico o ASA (IUPAC: acido 2-(acetilossi) benzoico), meglio conosciuto con l'italianizzazione in aspirina Un basso dosaggio di acetilsalicilati a lungo termine blocca irreversibilmente la formazione del trombossano A2 nelle piastrine, con un conseguente effetto inibitore sull'aggregazione delle piastrine, che si traduce in una fluidificazione del sangue. Questa proprietà la rende utile per ridurre l'incidenza degli infarti. Farmaci prodotti a questo scopo sono solitamente confezionati in compresse da 100 mg di principio attivo, e forti dosi sono spesso prescritte immediatamente dopo attacchi cardiaci acuti.
Una ricerca della Oxford University su 25000 pazienti ha mostrato nel 2010 che una bassa dose di acido acetilsalicilico - 75mg - assunta quotidianamente per un periodo tra i quattro e gli otto anni riduce sostanzialmente il tasso di morte di almeno un quinto per comuni forme di tumore indipendentemente dal sesso. Scendendo nel dettaglio la riduzione è del 40% per il cancro all'intestino, del 30% per quello ai polmoni, 10% per la prostata e 60% per il cancro all'esofago, mentre le riduzioni nel cancro al pancreas, stomaco, cervello, seno e ovaie sono state difficili da quantificare a causa dell'insufficienza dei dati, sebbene si stiano effettuando ulteriori studi al riguardo[3].
Gli effetti collaterali più indesiderati - specialmente ad alti dosaggi per assunzione a stomaco vuoto - riguardano il tratto gastro-intestinale, dove si possono avere ulcere ed emorragie. Il meccanismo di azione coinvolge la riduzione della sintesi di sostanze che proteggono la mucosa gastrica. Per ridurre questi effetti spesso vengono aggiunti composti di natura basica, od ad effetto tampone, nonché associati farmaci ad effetto gastro protettivo o/e inibitori della pompa idrogenionica cellulare, o simili inibitori della secrezione cloridrica. Un altro effetto collaterale sgradito, dovuto proprio alle proprietà antiaggreganti, è l'aumento della perdita di sangue nelle donne durante le mestruazioni e il rischio di emorragia critica perioperatoria.
Erodoto nelle Storie narrava che esisteva un popolo stranamente più resistente di altri alle comuni malattie; tale popolo usava mangiare le foglie di salice. Ippocrate, considerato il padre della medicina, descrisse nel V secolo a.C. una polvere amara estratta dalla corteccia del salice che era utile per alleviare il dolore ed abbassare la febbre. Un rimedio simile è citato anche dai sumeri, dagli antichi egizi e dagli assiri. Anche i nativi americani lo conoscevano e lo usavano per curare mal di testa, febbre, dolori muscolari, reumatismi e brividi.
Se è vero che una mela al giorno toglie il medico da torno, una aspirina al giorno previene addirittura alcune forme tumorali. Non cura solo i disturbi al cuore e alle arterie. Secondo tre studi britannici condotti dall'Università di Oxford, guidati da Peter Rothwell e pubblicati su Lancet e su Lancet Oncology, l'assunzione costante di acido acetilsalicilico ostacolerebbe la diffusione delle metastasi. Se ne parla da tempo
L'Aloe arborescens: Fra tutti i farmaci, fito-farmaci e principi attivi menzionati in questo capitolo, è di rilievo sottolineare l'impiego recente in Medicina di una particolare pianta, nota fin dall'antichità per le sue virtù terapeutiche: l'Aloe (146, 149, 164, 179, 189, 211, 225, 267, 273, 314, 333, 372, 387, 388, 392, 393, 465, 487, 499).
Delle circa 250 varietà note, particolare interesse scientifico ha di recente rivestito l'Aloe arborescens, ritenuta migliore rispetto alle altre varietà di pianta, fra cui l'Aloe vera.
Rispetto a quest'ultima, infatti, l'Aloe arborescens presenta una concentrazione di principi attivi più elevata, pari ad almeno tre volte, e risulta inoltre più resistente ai nostri climi.
1) Regolarizzazione della pressione parziale di anidride carbonica nel sangue.
2) Regolarizzazione dei valori del Glucosio ematico, soprattutto in pazienti diabetici
3) Diminuzione dei Trigliceridi.
4) Regolarizzazione del Colesterolo totale con aumento del rapporto HDL/LDL.
5) Normalizzazione della Bilirubina.
6) Normalizzazione dell'acido urico.
7) Regolarizzazione Na / K, Ca / Mg.
8) Aumento dell'Emoglobina.
9) Protezione gastro-enterica, epatica, pancreatica e renale.
10) Attivazione delle difese immunitarie per infezioni acute.
11) Riequilibrio linfocitario in malattie infettive croniche (epatite C, HIV / AIDS).
12) Protezione anti-ossidativa del DNA dagli effetti delle radiazioni ionizzanti.
In particolare, acquistano particolarmente valore alcune sostanze efficaci nella cura dei tumori (146, 161-163, 179, 211, 314, 333, 372, 387-389, 442, 487, 499), come gli Antrachinoni Aloina A, Aloina B, ed Emodina; i Polisaccaridi, fra cui l'Aloe-mannano; le lecitine ATF1011 e Alexin B.
Queste sostanze possono essere sostanzialmente suddivise in 2 gruppi di azione anti-tumorale:
1) Stimolazione immunitaria (argomento specifico di questo paragrafo ( cap.4.e)
2) Induzione di Apoptosi (Emodina-Aloe: vedi cap.5.e).
Stimolazione immunitaria
1). Gli Antrachinoni Aloina A ( Aloctin A, Alo-A) e Aloina B (altrimenti chiamata Barbaloina), sono contenuti nella parte esterna della foglia, e sono caratterizzati dalle note proprietà lassative, battericide e anti-infiammatorie, in ogni caso con dose massima tollerabile di tutta sicurezza, poiché pari a di circa 10 mg / kg, senza quindi rischio di danno reale per il paziente. La loro importanza riposa sul fatto che essi inducono elevata attività replicativa nei linfociti T citotossici e sui Natural Killer, in maniera paragonabile ad altri fattori attivi già noti. In particolare, l' Aloctin A, (Alo-A) induce attivazione di IL-2, IL-3 e IFN-gamma alle concentrazioni minime di 10 microgrammi / mL (211). Avrebbe inoltre la caratteristica di attivare il Complemento lungo la Via Alternativa (389,162);
2). I Polisaccaridi, di particolare struttura biochimica, sono caratterizzati da un'estrema facilità di assorbimento da parte dei villi intestinali del paziente (se non chemio-trattato).
Non sono mucopolisaccaridi, poiché non contengono gruppi azoto;fra essi, particolare valore riveste l'Aloe-mannano, che agisce in funzione antigenica, ricordando almeno in parte l'azione del beta-Glucano (cap.4.h): strutturalmente, è una lunga catena acetilata e idrosolubile formata da Mannosio e Glucosio in un rapporto stechiometrico di circa 6 a 1.
Come molecola estranea antigenicamente all'organismo, e poiché dotata, a causa della sua particolare conformazione polisaccaridica, di elevata capacità di assimilazione da parte dei villi intestinali, essa spiega, pur in considerazione della sua relativamente scarsa concentrazione, la sua buona capacità d'induzione di risposta immunitaria da parte dei linfociti T gamma-delta ben presenti nelle circa 150 stazioni linfonodali dell'intestino, con successiva induzione di Cascata Immunitaria (linfociti T sensibilizzati ad azione citotossica diretta [Tc], linfociti Killer [azione citotossica cellulo-mediata anticorpo-dipendente], linfociti Natural Killer [azione citotossica cellulo-mediata non anticorpo-dipendente], o da monociti-macrofagi): una Cascata Immunitaria che sembrerebbe caratterizzata, a distanza di 1-2 mesi dall'inizio delle somministrazioni orali del composto di Aloe arborescens (rapporto 1 a 2 fra tritturato fresco di Aloe e Miele, vedi cap. 21) da un quadro di Peritonismo diffuso a partenza gastrica, ileo-cecale o epatica, della durata di quasi una settimana, seguito da successivo picco ematico di linfociti in assenza di incremento di altri sotto-gruppi di globuli bianchi (osservazioni personali dell'autore del presente lavoro).
3) ATF1011 E' una lectina che si lega alla superficie di cellule tumorali, inducendo poi l'attivazione di Linfociti citotossici contro di esse (499).
4) Alexin B La lecitina Alexin B è stata testata con esito positivo sulla leucemia linfocitica (442).
Coca Cola: altri studi ne correlano abuso a ictus e tumori Mutuo questo articolo del blogger Papillevagabonde per mettere in luce alcuni studi di due università americane che correlano il consumo di coca cola e bevande similari, all’ictus e ai tumori (per altro non una novità per queste bevande gassate e zuccherate). Tra l’altro basta guardare gli ingredienti della famosa bevanda:
Acqua Zucchero (circa 10%) Anidride carbonica Acido ortofosforico Caramello Caffeina Semi di cola foglie di coca decocainizzate
Ma andiamo al post di “Papillevagabonde”.
La Coca Cola è brava nell’arte di fare parlare di sé senza fare pubblicità. Tutti i media in questi giorni non hanno parlato d’altro, che della formula svelata, in realtà sono anni che ogni tanto arriva qualcuno che svela la formula della Coca Cola. Ad arte Coca cola sà come trasformare le comunicazioni da negative a positive. La notizia della formula rilevata ha messo in secondo piano due news arrivate dagli Stati Uniti due studi che potrebbero dare più problemi non solo a Coca Cola ma a Pepsi e tutte le bevanda di Cola.
Il primo un report da medici ricercatori presso l’Università di Miami, che collega il consumo di bevande alla soda nella dieta all’aumento del rischio di ictus, studio che è stato consegnato alla FDA. Il secondo invece più importante formulato dal CSPI (centro scientifico per interesse pubblico )sostiene che il colorante al caramello utilizzati nella Coca-Cola e Pepsi bevande a base di cola rilascia una tossina che è collegata allo sviluppo del cancro. Il CSPI ha consegnato la documentazione alla FDA per vietare la colorazione artificiale marrone, affermando che “le reazioni chimiche risultato la formazione di 2-methylimidazole e 4 methylimidazole, che in studi condotti condotti in laboratorio ha dimostrato lo sviluppo del cancro al polmone, fegato, o il cancro alla tiroide e lo sviluppo di leucemie. Il CSPI ha proposto una normativa in California per aggiungere l’obbligatorietà nelle etichette di avvertimento che il consumo del prodotto può generare il cancro, questo per Coca Cola, Pepsi e altre bevande che contengono tale sostanza. C’è il tentativo di alcuni senatori di fare approvare una legge che limiti questo colorante a 16 microgrammi per prodotto, fate conto che una Coca Cola ne contiene 200 microgrammi.
Bene precisare che “colorante caramello” non significa “colorato con caramello” sono due cose distinte nelle etichette.
Staremo a vedere cosa succede, sarà sufficiente cambiare il colorante, ma aspettiamo di sapere quale sarà il parere della Fda in merito ….
NB devo chiarire
: non voglio creare un falso allarmismo, ho riportato quanto i media americani hanno già detto, inclusa il canale ABC news, a dire il vero in serata le aziende americane respingono il contenuto del CSPI, allegati i link ai comunicati dei due istituti, già altre volte le bibite alla Cola sono state oggetto di studi negativi a cui la Fda, non ha prestato interesse, nella peggiore delle ipotesi cambieranno il tipo di colorante o la Fda dirà che i studi non sono sufficientemente validi. Attualmente ci sono quattro tipi di caramello colorante approvato dalla Food and Drug Administration e il CSPI vuole che la FDA vieti i due fatti con ammoniaca conosciuti come 2-MI e 4 MI.
Come ha detto il Prof. Meristemi nel commento e gli altri blogger, le bevande alla Cola, meritano attenzione sia sull’uso che sull’abuso per il contenuto di zucchero e caffeina, quindi non parliamo del consumo occasionale ma più che altro dell’abuso, come vi ho fatto vedere nel video del New York heath Department, se volete il
mio invito a portare un po’ meno a tavola la felicita degli altri, ma la vostra! :-) )
Fonte notizie: Center for scienze in the public interest,Università di Miami Miller School of Medicine, Courier Journal, Time Healthland, Pepsi Cola, Coca Cola
This entry was posted on 24 febbraio 2011 at 12:47 and is filed under Malattie cardio-circolatorie, Tumori, Vino&Beverage. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. 2 Responses to Coca Cola: altri studi ne correlano abuso a ictus e tumori
Coloranti e bibite carcinogene: attenti a cosa beviamo! | SCIENZIATODELCIBO on 2 dicembre 2011 at 23:50
[...] utilizzati, in particolare nelle bibite. Ne avevo già accennato in un articolo sulla coca cola (qui). Il 4-methylimidazole, sostanza utilizzata durante il processo di produzione, ha causato [...] Coca Cola, Pepsi-Cola, colorante caramello, vivisezione e tossicità delle sostanze | Informare per Resistere on 14 marzo 2012 at 23:22
Fu William Dufty nel 1975, con il suo libro “Sugar Blues” a definire lo zucchero come causa di una morte lenta ma dolce. L’accusa principale di Dufty al saccarosio è di causare dipendenza e gravi danni al fisico umano, e riporta la negligenza e l’accondiscendenza delle istituzioni predisposte alla salute pubblica (in particolare nella società americana) verso le industrie zuccheriere e le principali lobby di bibite zuccherate, soprattutto la Coca-Cola. Spesso si crede che per lo zucchero di canna tale verità non sia valida, ma il cosiddetto zucchero di canna, molto spesso, è lo stesso zucchero bianco colorato con melassa (si salva forse il mascobado e qualche altro zucchero del commercio equo e solidale). Qui si parla ovviamente dello zucchero raffinato artificialmente dalla canna o dalla barbabietola, e non degli zuccheri presenti all’interno di altri alimenti completi – se mangiati come tali – come il fruttosio della frutta o il lattosio del latte. (Fonte) Lo zucchero raffinato bianco, che non contiene più minerali, necessita di nutrienti per essere metabolizzato. Questi nutrienti, tra cui le vitamine del complesso B e alcuni minerali, provengono da altre cose che mangiamo, oppure vengono rubati dalle riserve che il nostro organismo ha accumulato. La carenza di minerali creata dal dolce veleno spesso conduce ad una carenza di calcio che ha grande importanza per la crescita e la riparazione dei denti. Il risultato: smalto debole e denti vulnerabili quando lo zucchero attacca i denti. Dolci, cioccolata e bibite gassate creano nella bocca un ambiente ideale per i batteri, che non vedono l’ora di “mangiarsi” lo smalto. A nulla serve spazzolare i denti mattina e sera, se durante il giorno questi batteri trovano l’ambiente ideale per fare il loro lavoro dannoso su un dente già indebolito per la mancanza di calcio. Non a caso le carie dentali, quasi sconosciute nelle società “primitive”, come ha documentato il dentista e ricercatore Weston A. Price, sono molto diffuse nella società moderna. Visti tutti questi problemi creati dallo zucchero, i chimici si misero al lavoro per provare a darci la dolcezza senza il dolore. L’industria si guardò bene dall’informarci sui pericoli della golosità. Inventò nuove molecole per soddisfare la nostra voglia di dolce e … creò altri squilibri. Una di queste molecole create in laboratorio, scoperta per caso, diventò una vera miniera d’oro. Nel 1965 il chimico James Schlatter, lavorando per la G.D. Searle, nel tentativo di formulare un farmaco contro le ulcere allo stomaco combinò due aminoacidi: l’acido aspartico e la fenilalanina. Si accorse che il miscuglio era dolce e, sebbene non era questa l’intenzione, aveva scoperto una sostanza dal potenziale miliardario. Da allora fino al 1983, l’FDA si oppose alla messa in commercio di questo dolcificante che oggi si conosce con il nome ‘aspartame’. Pressioni politiche messe in moto da Donald Rumsfeld, già presidente della Searle, trasferitosi a Washington durante la presidenza di Reagan, misero a tacere gli scienziati che avevano espresso dubbi e così nacque un business miliardario. E almeno 6 membri della FDA (che esprimeva dubbi sull’aspartame) passarono come dirigenti della Searle e altre corporation che da allora facevano affari con gli edulcoranti (così come riporta anche l’inchiesta di REPORT del 29 aprile). Oggi l’aspartame si trova in migliaia di prodotti dalle marmellate per diabetici alle bibite ‘light’, cioè con poco zucchero, dai biscotti senza zucchero alla polverina che aggiungiamo al caffè. Stevia, l’alternativa scomoda
Negli anni ‘80 si iniziò a parlare della Stevia (stevia rebaudiana), pianta che cresce nelle aree tropicali, dalle foglie dolci, con potere edulcorante 300 volte superiore al saccarosio. Ma la FDA e le Autorità Europee, per due decenni hanno nutrito forti dubbi sulla innocuità di questa pianta naturale, pertanto non ne hanno mai autorizzato l’uso, anche per via dei nuovi regolamenti europei sui Novel Foods, molto restrittivi ogni qualvolta si deve introdurre un nuovo alimento. Non consente l’uso di una sostanza se non dopo documentazione medica e tossicologica, consistente di studi clinici e di laboratorio dai costi praticamente inaccessibili che solamente le multinazionali della chimica e del farmaco se lo possono permettere.Mentre l’aspartame portava guadagni miliardari alle multinazionali e danni ingenti alla salute degli utilizzatori. Intanto passano alcuni anni e l’aspartame comincia a perdere colpi. La campagna a livello dei consumatori che mette in evidenza la dannosità del dolcificante chimico, ha i suoi effetti. La gente comincia a storcere il naso quando sente parlare di aspartame e comincia a evitare le bevande “light”. Le vendite delle bevande gassate soffrono. Alcune fabbriche che producono aspartame in Europa chiudono. La Merisant di Chicago, erede della Monsanto, che vende l’aspartame sotto il nome “Equal” in tutto il mondo va in bancarotta, schiacciata dai debiti. E le bevande “light”? Nessun problema, dicono alla Coca Cola Company. Abbiamo fatto studi su un estratto di stevia, la Rebiana. Il marchio commerciale si chiama Truvia e il nuovo dolcificante è stato sviluppato dalla Coca Cola con l’aiuto di Cargill, multinazionale del grano e degli alimenti industriali e dei farmaci. Anche la Pepsi ha preparato il suo estratto di stevia. Si chiama PureVia ed è simile a quello della Coca Cola. Il business continua. Così in futuro potremo trovare la nostra bevanda light senza aspartame, dolcificata con la stevia. (Fonti: 1, 2)
HAMBURGER McDONALD'S: (purtroppo) NON SI DETERIORANO MAI: PERCHE'? "Ricordate il video Bionic Burger di Len Foley? Era apparso nel 2007 ed è stato visto 2 milioni di volte su Youtube. Nel video c'è un ragazzo che ha comprato i suoi hamburger da McDonald’s nel 1989 e dopo due decenni non si sono ancora decomposti! Ora lui conserva un museo di hamburger non avariati nel suo scantinato.
I media principali hanno ripreso questa storia? No, nemmeno una parola. La storia era stata completamente ignorata. Soltanto nel 2010, quando un artista ha postato una racconto su un hamburger McDonald’s che da 6 mesi non andava a male, i media l’hanno raccontato.
Date un’occhiata al video indicato sopra e vedrete un intero museo di Big Macs e hamburgers riuniti lungo gli anni, e nessuno di essi si è decomposto.
Ed è di particolare interesse soprattutto perché il recente “Happy Meal Project” che verifica lo stato di un hamburger per sei mesi, ha attirato molte critiche da chi sostiene che l’hamburger va a male se gli si dà il tempo sufficiente. Questi critici ignorano evidentemente l’esistenza del museo dei burger mummificati fin dal 1989. Questa roba sembra non decomporsi mai!
Perché gli hamburger della McDonald’s non si decompongono? E allora perché gli hamburger e le patatine dei fast food non marciscono? La risposta più facile potrebbe essere che sono fatti con tanti agenti chimici che nemmeno la muffa li attaccherebbe. In parte è vero, ma non è tutto.
La verità è che molti cibi trattati non si decompongono né vengono attaccati dalle muffe, insetti o topi. Provate a lasciare della margarina fuori nel cortile e vedrete che niente la attaccherà. Anche la margarina sembra essere immortale!
Le patatine durano decenni. Le pizze congelate resistono notevolmente alla decomposizione.
Avete presenti le salsicce e le carni trattate vendute a Natale e durante le feste? Potete tenerle per anni e mai andranno a male. La ragione essenziale per cui le carni non si decompongono è il loro elevato contenuto di sodio.
Il sale è un grande conservante, come ben sapevano gli esseri umani che lo hanno usato per millenni. Le polpette di carne della McDonalds sono così piene di sodio che sono da considerare carne trattata, senza parlare degli agenti chimici che potrebbero contenere.
Sulla carne non ho dubbi circa la loro mancata decomposizione. La domanda che mi faccio invece è perché capita lo stesso con i panini? Questa è la parte che mi spaventa, dal momento che il pane naturale comincia a creare muffa dopo qualche giorno.
Cosa può mai esserci nei panini della McDonalds che li preserva dalla vita microscopica per oltre due decenni?
In realtà, se non siete dei chimici non riuscirete nemmeno a leggere la lista degli ingredienti a voce. Ecco cosa contengono i panini, così come indicato nella pagina internet (non in quello italiano, ndt) della McDonald’s:
Farina arricchita (farina di grano sbiancata, farina di frumento maltata, niacina, ferro ridotto, tiamina mononitrato, riboflavina, acido folico, enzimi), acqua, sciroppo di alto fruttosio (HFCS), zucchero, lievito, olio di soia e/o olio di soia parzialmente idrogenato, contiene il 2% o meno di: sale, solfato di calcio, carbonato di calcio, glutine di grano, solfato di ammonio, cloruro di ammonio, agenti ammorbidenti per la pasta (lattato steaorile di sodio, estere diacetiltartarico di mono- e digliceridi degli acidi grassi, acido ascorbico, azodicarbonamide, mono- e digliceridi, monocalcio fosfato, enzimi, gomma di guar, perossido di calcio, farina di soia), propionato di calcio e propionato di sodio (conservanti), lecitina di soia.
Non c'è male, vero? Soprattutto l’HFCS (qualcuno vuole il diabete?), l’olio di soia parzialmente idrogenato (causa malattie cardiache) e la lunga lista di chimici come il solfato di ammonio e il propionato di sodio. Yumm, mi viene l’acquolina in bocca solo a pensarci.
Ma la drammatica verità è che secondo me niente mai mangerà il panino della McDonald (tranne gli esseri umani) perché non è cibo!
Nessun animale normale può avere la percezione del panino McDonald’s come cibo e a quanto risulta nemmeno i batteri o le muffe. Secondo il loro buon senso, quella è roba non commestibile. Ecco perché questi burger bionici non andranno mai a male.
E ora arrivo alla mia conclusione su questa risibile vicenda: esiste una sola specie sul pianeta terra che è così stupida da pensare che l’hamburger della McDonald è cibo.
Questa specie soffre di altissimi tassi di diabete, cancro, malattie cardiache, demenza e obesità. Si tratta di una specie che sostiene di essere la più intelligente del pianeta eppure si comporta in modo così stupido che alimenta i propri bambini con agenti chimici velenosi e con non-cibo talmente atroce che nemmeno la muffa se lo mangia.
IMMONDIZIA & SALUTE È sempre interessante notare come i media principali “scoprono” notizie che credono essere nuove anche se la comunità salutista ne ha parlato per anni. Per esempio, recentemente il New York Times ha pubblicato un articolo intitolato Quando le medicine causano problemi che dovrebbero prevenire. Abbiamo parlato per anni di questo argomento, di come la chemioterapia causi il cancro, i medicinali per l’osteoporosi provochino fratture alle ossa e di come gli antidepressivi portino a comportamenti suicidi. La verità è che molti cibi trattati non si decompongono né vengono attaccati dalle muffe, insetti o topi. Provate a lasciare della margarina fuori nel cortile e vedrete che niente la attaccherà. Anche la margarina sembra essere immortale! Le patatine durano decenni. Le pizze congelate resistono notevolmente alla decomposizione. Avete presenti le salsicce e le carni trattate vendute a Natale e durante le feste? Potete tenerle per anni e mai andranno a male.
La ragione essenziale per cui le carni non si decompongono è il loro elevato contenuto di sodio. Il sale è un grande conservante, come ben sapevano gli esseri umani che lo hanno usato per millenni. Le polpette di carne della McDonalds sono così piene di sodio che sono da considerare carne trattata, senza parlare degli agenti chimici che potrebbero contenere. Sulla carne non ho dubbi circa la loro mancata decomposizione. La domanda che mi faccio invece è perché capita lo stesso con i panini? Questa è la parte che mi spaventa, dal momento che il pane naturale comincia a creare muffa dopo qualche giorno. Cosa può mai esserci nei panini della McDonalds che li preserva dalla vita microscopica per oltre due decenni?
In realtà, se non siete dei chimici non riuscirete nemmeno a leggere la lista degli ingredienti a voce. Ecco cosa contengono i panini, così come indicato nella pagina internet (non in quello italiano, ndt) della McDonald’s:
Farina arricchita (farina di grano sbiancata, farina di frumento maltata, niacina, ferro ridotto, tiamina mononitrato, riboflavina, acido folico, enzimi), acqua, sciroppo di alto fruttosio (HFCS), zucchero, lievito, olio di soia e/o olio di soia parzialmente idrogenato, contiene il 2% o meno di: sale, solfato di calcio, carbonato di calcio, glutine di grano, solfato di ammonio, cloruro di ammonio, agenti ammorbidenti per la pasta (lattato steaorile di sodio, estere diacetiltartarico di mono- e digliceridi degli acidi grassi, acido ascorbico, azodicarbonamide, mono- e digliceridi, monocalcio fosfato, enzimi, gomma di guar, perossido di calcio, farina di soia), propionato di calcio e propionato di sodio (conservanti), lecitina di soia. Non c’è male, vero? Soprattutto l’HFCS (qualcuno vuole il diabete?), l’olio di soia parzialmente idrogenato (causa malattie cardiache) e la lunga lista di chimici come il solfato di ammonio e il propionato di sodio. Yumm, mi viene l’acquolina in bocca solo a pensarci.
Ma la drammatica verità è che secondo me niente mai mangerà il panino della McDonald (tranne gli esseri umani) perché non è cibo!
Nessun animale normale può avere la percezione del panino McDonald’s come cibo e a quanto risulta nemmeno i batteri o le muffe. Secondo il loro buon senso, quella è roba non commestibile. Ecco perché questi burger bionici non andranno mai a male.
Ed ora arrivo alla mia conclusione su questa risibile vicenda: esiste una sola specie sul pianeta terra che è così stupida da pensare che l’hamburger della McDonald è cibo. Questa specie soffre di altissimi tassi di diabete, cancro, malattie cardiache, demenza e obesità. Si tratta di una specie che sostiene di essere la più intelligente del pianeta eppure si comporta in modo così stupido che alimenta i propri bambini con agenti chimici velenosi e con non-cibo talmente atroce che nemmeno la muffa se lo mangia.
Aglio: Proprietà e Benefici Il prezioso bulbo dell'aglio contiene circa 400 differenti componenti curative dell'organismo umano. Oltre a oligoelementi e sali minerali, l'aglio contiene vitamina A, B1, B2, PP e C. Le sue proprietà più importanti dipendono però da un'essenza solfurea presente nel bulbo, della quale il principio attivo è l'allicina che detiene un forte potere antisettico. I bulbi freschi di aglio contengono dallo 0,1 allo 0,4 di olio essenziale dove, oltre alle sostanze fin qui citate, sono presenti altri composti dello zolfo, nonchè sostanze ormonali. L'aglio agisce innanzitutto come efficace antisettico e battericida, distrugge i microbi e i batteri e ne impedisce la proliferazione. E' uno degli antiossidanti più efficaci che vi sia in natura, protegge quindi le cellule del nostro organismo da un precoce invecchiamento nonchè dal deterioramento e conseguenti malattie. Molto importani i benefici che l'aglio arreca al cuore e al sistema circolatorio; grazie alle sue proprietà tonificanti ed equilibranti, rinforza il tono muscolare del cuore e rendendo più fluido il sangue, oltre che a svolgere un'azione depurativa, contribuisce in modo determinante alla pulizia delle arterie e all'allontanamento delle patologie ad esse legate. Contrariamente a quanto molti credono, l'aglio ha anche proprietà digestive ed è in grado di apportare enormi benefici nella lotta contro i parassiti intestinali. Uno studio recente, svolto in Cina ed in Usa, suggerisce che l'aglio, utilizzato regolarmente nella dieta, può avere effetti protettivi nei confronti del cancro e, oltre a questo, possiede proprietà uniche che sono in grado di inibire, ritardare o addirittura invertire il processo di cancerosi umana. I risultati di questi esperimenti sono stati presentati al simposio internazionale sulle "Nuove frontiere in ematologia e oncologia".
L'aglio, affinchè mantenga inalterate le proprietà curative ed espleti i propri benefici sull'organismo umano, deve essere consumato crudo; se proprio siamo infastiditi dall'odore che ne consegue possiamo ricorrere al rimedio sempre valido della "nonna" che consiste nel masticare lentamente due chicchi di caffè torrefatto.Via libera quindi all'aglio in tavola, crudo, spremuto sulle insalate o tritato insieme a qualche foglia di prezzemolo; ottimo sfregato sulle fette di pane casereccio con un sottile velo di olio extra vergine di oliva. A voler vedere i suoi usi sono infiniti, penso che l'unico limite sia rappresentato dalla fantasia di chi lo prepara. Chi è convinto di non poter sopportare o digerire l'aglio potrebbe cominciare con dosi piccolissime per poi aumentare piano piano la quantità, è un metodo collaudato che funziona, basta solo volerlo.
Cancerul de plamani ucide de 6 ori mai multi oameni decat cancerul de san in fiecare an. In multe cazuri, cancerul este descoperit in stadii tardive si este greu de tratat. Recent, Dr. Dennis Tishko, chirurg cardiotoracic la Spitalul Mount Carmel, Ohio, S.U.A., a efectuat o procedura chirurgicala in mai putin de 10 minute cu ajutorul careia a reusit sa extraga tumora maligna impreuna cu lobul pulmonar in care se afla.
Aceasta procedura da speranta pacientilor cu tare asociate pentru care ar exista un risc operator mare si care, in mod normal, ar fi necesitat o interventie laborioasa cu durata de cateva ore si la care ar fi participat cel putin 3-4 medici. Astfel, Dr. Tishko cu ajutorul unei camere miniaturizate si printr-o incizie de 1,5 cm a reusit sa patrunda in plamanul pacientului si sa excizeze cancerul in totalitate. Postoperator, pacientul paraseste spitalul in aceeasi zi si cu stare generala buna. Astfel, beneficiile acestei operatii sunt mari. Dr. Tishko a fost invitat sa prezinte noua tehnica chirurgicala la o conferinta internationala de profil din Japonia, anul acesta, in luna septembrie
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